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La nostra Policy
Promuovere un insieme di pratiche e procedure pensate per garantire la protezione dei tesserati da abusi, violenze e discriminazioni, assicurando un ambiente sicuro per la loro crescita personale e sportiva, in particolare se minori di età. La FIGC adotta ogni misura necessaria per favorire il pieno sviluppo fisico, emotivo, intellettuale e sociale delle atlete e degli atleti, la loro effettiva partecipazione all’attività sportiva nonché la piena consapevolezza di tutti i tesserati in ordine ai propri diritti, doveri, obblighi, responsabilità e tutele.
Con lo scopo di incentivare le finalità sopra elencate è istituita presso la FIGC la Commissione Federale Responsabile delle Politiche di Safeguarding.


La Commissione è impegnata attivamente nel favorire un ambiente sicuro, inclusivo e rispettoso di tutti i partecipanti alla pratica sportiva, promuovendo politiche di salvaguardia dei diritti dei tesserati, specie se minori, al fine di prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione e per garantire che ogni individuo possa crescere in un ambiente sportivo protetto.
A tal fine, predispone servizi di informazione, formazione e segnalazione su tutto il territorio nazionale. Anche tramite la collaborazione con il Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, la Commissione monitora l’attuazione delle politiche di salvaguardia, sviluppando raccomandazioni e protocolli specifici a livello nazionale e territoriale.
Le fattispecie che costituiscono ipotesi di abuso, violenza e discriminazione sono:
- l’abuso psicologico, inteso come qualunque atto indesiderato, tra cui la mancanza di rispetto, il confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro trattamento che possa incidere sul senso di identità, dignità e autostima dei tesserati;
- l’abuso fisico, inteso come qualunque condotta consumata o tentata che sia in grado di procurare un trauma, lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo psico-fisico del tesserato. Tali atti possono anche consistere nell’indurre un tesserato a svolgere, al fine di una migliore performance sportiva, un’attività fisica inappropriata come il somministrare carichi di allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica;
- la molestia sessuale, intesa come qualunque comportamento indesiderato di natura sessuale (verbale, non verbale o fisico), che comporti una grave noia, fastidio o disturbo (tra cui anche assumere un linguaggio del corpo inappropriato, rivolgere osservazioni o allusioni non gradite aventi connotazione sessuale);
- l’abuso sessuale, inteso come qualsiasi condotta avente connotazione sessuale, con o senza contatto, considerata non desiderata o il cui consenso è costretto, manipolato, non dato o negato;
- la negligenza, intesa come il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi tesserato, anche in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il quale omette di intervenire causando un danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno. Può consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse, ovvero trascuratezza, dei bisogni fisici e/o psicologici dei tesserati;
- l’incuria, ovvero la mancata soddisfazione delle necessità fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo dei tesserati;
- l’abuso di matrice religiosa, inteso come l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto di professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume;
- il bullismo e il cyberbullismo, ovvero qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo che un singolo individuo o più soggetti possono mettere in atto, personalmente, attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sul tesserato. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o turbare i tesserati, che determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima);
- i comportamenti discriminatori, ovvero qualsiasi comportamento finalizzato a conseguire un effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status social-economico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
La Piattaforma Segnalazioni Safeguarding FIGC


I tesserati che vengano a conoscenza di qualsiasi pratica discriminatoria, forma di abuso, o sopruso, sono tenuti a segnalarlo alla Commissione. Per facilitare l’invio delle segnalazioni è attiva la piattaforma dedicata, disponibile sul sito internet istituzionale della FIGC safeguarding.figc.it.
I tesserati che pongano in essere o tentino di porre in essere condotte di abuso, violenza e discriminazione sono sanzionati secondo la disciplina contenuta nel Codice di Giustizia Sportiva federale.
Le linee guida FIGC in materia di Safeguarding
Conformemente a quanto previsto dal decreto legislativo n° 39 del 2021, la FIGC ha adottato delle Linee Guida in materia di Safeguarding che prevedono misure e procedure di prevenzione e contrasto ad ogni condotta di abuso, violenza o discriminazione, comunque consumata in ogni forma e modalità, di persona o sul web, attraverso messaggi, e-mail, social network o altre tecnologie informatiche.
Child and Youth Protection Officer
Attraverso l’attività del Child and Youth Protection Officer della FIGC è assicurato il coordinamento con le strutture internazionali di Safeguarding FIFA e UEFA.